martedì 3 novembre 2015

“In Viaggio... con RITA ATRIA e STEFANIA NOCE" - Palermo 25 LUGLIO 2015 ore 20,30




L'Associazione Culturale immaginARTE

in collaborazione con
L'Associazione Antimafie Rita Atria

presenta

"In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce

Palermo, 25 luglio 2015 ore 20,30 - Giardino dei Giusti
Palermo


Palermo: 25 luglio 2015, in Viaggio con Rita Atria

LUG10
Scritto da: 
10/07/2015 16:33  RSS
26 luglio 1992 –26 luglio 2015. Ventitre anni da quel Volo. Ventitre anni in cui la Memoria di Rita Atria ha resistito all’oblio, alla retorica, al ricordo che non fa Memoria ma che annulla le Idee spesso trasformandole in candele artificiali che si spengono e si accendono in cerimoniali stanchi. Idee filtrate in base alle circostanze.


Per noi Memoria Attiva significa innanzitutto parlare della Vita, delle Idee, delle paure di un Viaggio seppur breve su questa Terra ma infinito nell’Universo “altro”. E in questo Universo “altro” si incontrano realtà che senza Rita, Stefania, Paolo, Giovanni, Adolfo, Pippo, Graziella, Sandro… non si sarebbero mai incontrate. Così abbiamo pensato ad un dialogo ideale tra Rita Atria e Stefania Noce attraverso un Viaggio di Idee, Sogni e Speranze che raccontano innanzitutto le loro Vite. In questo modo ricordare la loro “partenza” diviene pietra miliare che segna Impegno; specchio della propria coerenza.

Il 25 luglio alle 20.30 al Giardino dei Giusti di Palermo, non ricorderemo Rita Atria ma faremo Memoria Attiva delle sue Idee facendoci aiutare da Stefania Noce… anche lei Volata per mano assassina su una Stella… un dialogo in cui altri protagonisti di quel 92 racconteranno il loro Viaggio… un Viaggio in cui chi era nato da poco ci racconterà cosa significano quei Nomi, quelle Idee… un Viaggio in cui chi non era ancora nato ci racconterà il senso di salire su un treno in corsa con fermate spesso dimenticate.


E come tutti i Viaggi occorre chi guida il treno ideale e quest’anno abbiamo deciso di affidare l’arduo compito a Stefania Mulè dell’Associazione immaginARTE… per aiutarci a fare Memoria senza dimenticare il riferimento alle emozioni. Emozioni e non commozione. Emozioni affinché "Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che saranno ridere! […]

E rise ancora. E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per piacere... e i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai ‘Sì, le stelle mi fanno ridere! ‘E ti crederanno pazzo. T'avrò fatto un brutto scherzo...’ e rise ancora.

Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere..."

… Emozioni per svegliare la coscienza di chi in questi ventitre anni si è arreso, di chi non conosce quello che Paolo Borsellino chiamava il “fresco profumo di Libertà”, di chi oggi attribuisce a quei nomi solo targhe su scuole, piazze o vie… di chi pensa che le frasi del Piccolo Principe siano solo per i bambini… attribuendo alla crescita sguardi che non sanno più guardare gli orizzonti. E noi crediamo fortemente che se si tornasse ad occupare le piazze come i ragazzi del 92 a Palermo, come le donne del digiuno… se si tornasse ad appendere lenzuola bianche per decidere da che parte stare… se si tronasse a creare catene umane che per anni sono state cordone ombelicale a Palermo… se si tornasse a scalare le facciate delle Istituzioni per raggiungere i balconi e occuparli… forse, come diceva Rita Atria, “ce la faremo”.
… ma le Emozioni si condividono e quindi abbiamo pensato di chiedere ad alcuni dei nostri compagni di viaggio siciliani di viaggiare insieme a noi…e così noi e lAssociazione SEN, l’ARCI PalermoCasablanca Le Siciliane e immaginARTE… vi aspettiamo… al “Giardino dei Giusti”.

Associazione Antimafie "Rita Atria"
(A Simona)
Contributi di: Francesco FrancavigliaFranca ImbergamoMaria ManiscalcoGraziella ProtoCettina Merlino ParmalianaMichela Buscemi...  e tant* altr* (elenco in via di definizione).
Sarà presente Rosetta Miano (mamma di Stefania Noce)
http://www.ritaatria.it/ArchivioNews/tabid/159/EntryId/839/Palermo-25-luglio-2015-in-Viaggio-con-Rita-Atria.aspx


TG TELEJATO


DIREZIONE ARTISTICA e REGIA
DI 
STEFANIA MULE
SINOSSI

In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce, il cui format è firmato dallAssociazione Culturale immaginARTE, è uno spettacolo che unisce più linguaggi artistici in un unico respiro con il quale si vogliono ricordare queste due giovani donne, facendo Memoria Attivadelle loro Idee e delle loro lotte, attraverso le poesie ed i pensieri di Stefania Noce, volata per mano assassina su una Stella, le vicissitudini di Rita Atria ed il significato simbolico delle loro rose rosse, la Musica che ascoltavano. In Viaggio con Rita Atria e Stefania Noce” è un dialogo ideale tra le due donne, attraverso un Viaggio tra le Idee, i Sogni, le Speranze, che raccontano, innanzitutto, le loro Vite.
In questo modo, ricordare la loro partenzadiviene pietra miliare che segna Impegno, specchio della propria coerenza.



Da una parte, la storia di Stefania Noce, una brillante ragazza di 24 anni, pervasa da grandi ideali, forza di volontà e da una grande passione per lo studio e la politica, uccisa brutalmente, assieme al nonno, nella sua casa di Licodia Eubea dal suo ex ragazzo, il 27 dicembre 2011.
Quella intrapresa da Stefania Noce è una strada di battaglie politiche, battaglie dedicate a tutte le donne morte in Italia e nel mondo, per mano di uomini violenti: un tragico ed inammissibile fenomeno su cui occorre intervenire drasticamente, dal punto di vista delleducazione affettiva, ma anche dal punto di vista normativo.
Dallaltro lato, la storia di Rita Atria, testimone di giustizia di 17 anni, suicidatasi il 26 luglio 1992, ad una settimana di distanza dalla strage di via DAmelio.  La ragazza di Partanna, dopo aver perso il padre e il fratello in una lotta tra clan mafiosi, decide di raccontare dei traffici della famiglia proprio al giudice Paolo Borsellino. In seguito alla sua tragica morte, Rita si suicidò.  La scomparsa del giudice Borsellino, lunico a chiamarla affettuosamente picciridda, aveva significato per Rita, lo sgretolamento di qualsiasi possibilità di continuare nel suo faticoso percorso di denuncia, di tradimentoverso quella gente di Partanna, che laveva definita prima pazzapoi infame-

Un viaggioche unisce più forme di linguaggio artistico, come di consuetudine nelle regie della Mulè, che attraverso le parole, la musica dal vivo, le immagini video, racconta i momenti più significativi, che hanno condotto le due giovani donne, Rita e Stefania ,  in un cammino verso la giustizia , quella giustizia troppo spesso, ancora oggi, mortificata e annullata da una società sempre più becera, che, forse, dovrebbe provare a fermarsi ad ascoltare, a pensare, a sognare, presa idealmente per mano dallamica più cara e più pura : lArte     
La regia dello spettacolo parte, dunque, dalle vicende di Rita Atria, che verranno esposte in fusione con le dirette parole di Stefania Noce, come un unico respiro, attraverso le sue bellissime poesie.
Foto di Grazia Bucca
Lo spettacolo mira alla valorizzazione del teatro sociale indirizzato anche alle scuole e, dunque, alla formazione culturale degli studenti, che, attraverso larte, avranno modo di ricordare, anzi, per utilizzare una frase precedentemente già enunciata, che è dellAssociazione Antimafie Rita Atria, con la quale ci ritroviamo in totale sintonia,  gli studenti avranno modo di fare  Memoria Attivae attraverso il mezzo artistico, vivere i pensieri delle protagoniste, le loro paure, le loro gioie, le loro poesie, la musica che amavano .

CAST ARTISTICO

Diretto e interpretato da
Stefania Mulè
(canto - armonica - chitarra - bongos)
compagni di viaggio
Alessandra Mulè (attrice) e Angelo Onorato (Piano)

… Il Viaggio continua… ma prima occorre dire Grazie...

LUG29
Scritto da: 
29/07/2015 11:48  RSS
Stefania Mulè
La tappa del viaggio con Rita Atria e Stefania Noce  volge al termine e occorre ripartire e rimettere lo zaino sulle spalle portando con sé il diario e le immagine di nuovi vissuti. E quando si riparte occorre salutare e ringraziare chi ha permesso che la sosta diventasse nuova ripartenza e non riposo senza Memoria.
Ma non sempre chi viaggia è un viaggiatore, è chi ti fa “volare” che trasmette le energie nuove permettendoti di ripartire e così non possiamo prescindere da alcuni ringraziamenti. 
Ringraziamo l’immaginARTE, l’ARCI Palermo, SEN e Casablanca per aver condiviso una esperienza meravigliosa… 
Ringraziamo in particolare Stefania Mulè perché senza la sua direzione artistica, la sua Anima, il suo Cuore e la sua Passione, come direbbe Franca Imbergamo, la magia del Viaggio sarebbe stata meno intensa. Il nostro Grazie a Stefania Mulè diviene doveroso soprattutto alla luce di una stampa poco attenta e spesso superficiale nel rispettare il lavoro di chi si spende senza pretendere in cambio nulla. Nessun compenso.


Quando abbiamo proposto la direzione artistica a Stefania Mulè non ha esitato ad accettare. Il viaggio con Rita Atria e Stefania Noce è stato preceduto da altri viaggi per capire, leggere e ascoltare... dunque non uno "spettacolo" come spesso si usa sintetizzare ma un vero e proprio "Respiro Artistico". E al Giardino dei Giusti... Stefania Mulè ci ha fatto respirare quello che Paolo Borsellino definirebbe il "Fresco Profumo di Libertà". Grazie Stefania MulèGRAZIE!
Così come sentiamo l’esigenza di ringraziare la seconda voce narrante Alessandra Mulè e il pianista Angelo Onorato per aver accettato di unirsi a noi donandosi gratuitamente.
Grazie alla sig.ra Donatella Petronio del B&B “Il Giardino dell’Alloro” che ha donato l’elettricità mandandoci anche un bel messaggio in cui ci diceva che “Solidarietà e soccorso dovrebbero essere sentimenti indispensabili del vivere moderno”. Una frase in piena sintonia con la serata.
Grazie alla Casa del Popolo per averci dato le sedie, a Stefania Mulè per alcuni strumenti di scena e ai circoli ARCI “Porco Rosso”, PYC e Malaussene per aver messo a disposizione l’amplificazione.
I ringraziamenti a volte possono apparire “stancanti” ma per noi sono titoli di coda indispensabili affinché si possa far capire fino in fondo cosa c’è nel backstage di un evento che per il pubblico dura solo poche ore.

Franca Imbergamo magistrato della DNA di Roma nel suo intervento conclusivo ha ribadito che per fare un evento simile non ci vuole solo bravura ma Anima, Cuore e Passione. E il viaggio riparte proprio da questi tre “ingredienti”.

Associazione Antimafie "Rita Atria"
Copyright ©2015 - Associazione Antimafie Rita Atria

Re: … Il Viaggio continua… ma prima occorre dire Grazie...
Infatti condivido, se non c'è passione non emergono i sentimenti, ed i sentimenti sono sempre lo specchio della propria personalità. Infatti in questo viaggio Stefania Mulè, oltre alla Sua professionale Bravura, ha saputo con la sua sensibilità, rappresentare la memoria di tragici eventi, di forti emozioni, immortalando l'Amore del Giudice Borsellino per la sua picciridda e la Tenacia e la determinazione di una picciridda, per l'obbiettivo più nobile dell'uomo: "La dignità, la legalità e la Giustizia". Grazie Stefania Mulè. Adele Chiello Tusa 
Da Adele Chiello Tusa il   29/07/2015 14:33

Re: … Il Viaggio continua… ma prima occorre dire Grazie...
immortalando l'Amore del Giudice Borsellino per la sua picciridda e la Tenacia e la determinazione di una picciridda, per l'obbiettivo più nobile dell'uomo: "La dignità, la legalità e la Giustizia". Grazie Stefania Mulè. Adele Chiello Tusa
Da Ve may bay tet 2016 il   25/09/2015 03:27


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MAFIE NEWS 

Rita Atria e Stefania Noce: un lungo viaggio per la giustizia e per la verità


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Nel giorno del 23° anniversario la denuncia di Franca Imbergamo: “uno Stato pavido e una Procura nazionale antimafia non ancora all’altezza di Falcone”

di Lorenzo Baldo - 26 luglio 2015

Palermo. “L'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”. E’ Nadia Furnari, del direttivo dell’associazione antimafia Rita Atria, a leggere uno stralcio del tema di maturità della giovane testimone di giustizia Rita Atria dopo l’introduzione della Presidente dell’associazione Santina Latella. Il tema di Rita è datato 5 giugno 1992, pochi giorni erano trascorsi dalla strage di Capaci e da lì a poco un altro boato avrebbe scosso via D’Amelio, la città di Palermo e l’Italia intera. Luci soffuse illuminano il “Giardino dei Giusti” di via Alloro, inizia così un lungo viaggio dentro la memoria ferita di una terra per certi versi irredimibile. E sono sempre le parole della “picciridda” di Partanna a segnare la via.

“Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà 
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e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta”. Rita parla di uno “Stato mafioso” che vince. Il pensiero corre a quei pochi magistrati che combattono contro uno Stato-mafia del tutto ostile a far emergere la verità. Le parole della cognata di Piera Aiello appaiono oggi quanto mai profetiche e gravide di consapevolezza. “Noi non abbiamo assolto nessuna delle persone accusate da Rita Atria”, afferma con forza Nadia Furnari, instancabile animatrice di grandi battaglie sociali. Il video di Francesco Francaviglia racconta le “donne del digiuno” e i principali protagonisti di quei giorni terribili del ‘92. Le voci di Giovanni Falcone, Rosaria Schifani, Paolo Borsellino, Michela Buscemi, Totò Riina, Letizia Battaglia, Giovanni Brusca si sovrappongono amaramente mentre scorrono i volti della resistenza siciliana segnata da dolore, rabbia, disillusione e tanta sete di giustizia. L’attrice e regista Stefania Mulè(presidente dell’associazione Culturale immaginARTE) che con infinita passione, anima e cuore ha curato la direzione artistica dell’evento, è seduta accanto ad Alessandra Mulè. I faretti illuminano queste due donne, accompagnate dalla musica suonata da Angelo Onorato, con la loro arte è come se riaprissero un libro nel quale le storie di Rita Atria e Stefania Noce si legano a quella del gabbiano Jonathan Livingston “dove la libertà si avvicina alla verità”. Una rosa rossa viene donata a Rosetta Miano, mamma di Stefania Noce, seduta nei primi posti. La compostezza e la dignità di questa donna cela un dolore indicibile. Non servono parole. Le due attrici leggono di seguito alcuni testi tratti dal diario di Rita Atria, in un attimo riaffiora dal passato l’incredibile battaglia di questa ragazzina. E’ la volta di Maria Maniscalco, ex sindaco di San Giuseppe Jato, che racconta una lotta estenuante per liberare la sua città dalla mafia. Le voci di Stefania e Alessandra Mulè continuano ad alternarsi 
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con canzoni, letture e riflessioni. La figura controversa dell’ex sindaco di Partanna Vincenzo Culicchia (accusato di associazione mafiosa e concorso in omicidio da Piera Aiello e da Rita Atria, poi assolto, ndr), torna prepotente sotto la lente di ingrandimento. Per Graziella Proto, direttrice di Casablancae storica collaboratrice di Pippo Fava negli anni de “I Siciliani”, non basta certo una sentenza di assoluzione per cancellare 30 anni di una politica tipicamente democristiana che lo stesso Culicchia ha incarnato. “Nessuna giustificazione per il femminicidio - ribadisce poi la Proto citando il caso di Stefania Noce – altrimenti si giustifica un crimine!”. Il ricordo di una ex studentessa di informatica che nel ’92 studiava a Pisa è quello che giunge da Nadia Furnari. Che per la prima volta apre un suo diario nel quale aveva trasferito il dolore e le speranze di una ragazza testimone delle stragi del ’92. “Palermo: la mia Somalia, il mio Vietnam, la mia Colombia – scriveva Nadia –. Palermo: il mio specchio… e il viaggio continua, continua talmente tanto che dopo tanti anni sono tornata a lavorare e a vivere in questa città…”. Dopo la testimonianza di Sara Vignanello del Presidio “Rita Atria” di Sciacca (Ag), è la volta di Cettina Merlino, vedova del prof. Adolfo Parmaliana. L’emozione di Cettina ha il sopravvento, quel dolore mai metabolizzato per la morte del marito si fonde in una pretesa di giustizia e verità che vale più di mille discorsi. L’immagine del funerale di Rita Atria rivive nelle parole appassionate di Michela Buscemi (al maxiprocesso dell’84 testimoniò contro gli assassini dei suoi fratelli). Quel giorno di fine luglio del ’92 al cimitero di Partanna la bara della “picciridda” era stata portata in spalla da sole donne. Che avevano gridato tutta la loro disperazione e rabbia nei confronti di un prete di paese che insisteva sul “peccato” di Rita senza dire una parola sulle ragioni che l’avevano portata al suicidio. Michela recita tutto d’un fiato la sua poesia “A Morti D’a Mafia” ed è come se la sua immagine al maxiprocesso prendesse vita. “La risposta sta soffiando nel vento”, sussurra Stefania Mulè mentre canta la canzone di Bob Dylan “Blowin’ in the wind”.




Un Paese ipocrita e una Procura nazionale antimafia non ancora all’altezza di Falcone

“Qui c’è un convitato di pietra: lo Stato!”. Le parole forti di Franca Imbergamo, magistrato in servizio alla Dna, si fanno spazio al di fuori di qualunque retorica. “Dopo le stragi del ’92 e del ’93 – esordisce – la società civile indignata, colpita, ferita chiedeva a noi magistrati una risposta, scendeva in piazza e chiedeva verità e giustizia. 
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Dopo tanti anni siamo noi a dovervi chiedere scusa per quello che non abbiamo ancora saputo fare, perché non abbiamo dato ancora le risposte che avremmo dovuto dare”. Per la Imbergamo in questi anni è stata dimenticata “la vera lezione di Falcone e di Borsellino e cioè che si lavora in gruppo, uniti, facendo squadra. Si deve fare squadra... non perché non si possa lavorare da soli, ma perché la sfida è alta, soprattutto quando si arriva a determinati livelli”. “Mi dispiace – sottolinea il magistrato siciliano - vedere sovraccaricare di responsabilità e di rischi mortali alcuni amici, alcuni colleghi, alcuni compagni di viaggio. Mi dispiace vedere cadere l’oblio e il silenzio su situazioni molto delicate che ci sono in vari uffici di Procura. Io lavoro in un Ufficio fortemente voluto Giovanni Falcone: la Procura nazionale antimafia. Quell’Ufficio serve a mettere insieme i pezzi di un mosaico che forse può disegnare una verità. Ma siamo ancora lontani dalla realizzazione del sogno di Falcone. Nessuno si è accorto in questi vent’anni che la Procura nazionale antimafia non ha avuto i poteri e la possibilità di lavorare che avrebbe voluto Giovanni Falcone. Questo è un Paese ipocrita perché non abbiamo imparato quasi nulla…”. Franca Imbergamo evidenzia quindi l’importanza del ruolo della società civile che “è molto più avanti dello Stato” in quanto continua a chiedere verità e giustizia. Ma la giustizia “arriva troppo tardi… penso alla strage di Piazza della Loggia a Brescia. Le carte raccontano che si poteva arrivare molto prima alla verità… carte eloquenti che sono state lette male da una magistratura pavida… da uno Stato pavido”. “Dobbiamo ridare al Paese la verità e la giustizia sulle stragi – prosegue con forza –. Che non sono solo quelle del ‘92/’93. C’è un filo che lega tutti questi eventi lontani nei tempi: a volte ci sono personaggi che tornano sempre uguali”. “Noi dobbiamo attingere al coraggio e alla solitudine delle storie che abbiamo sentito: dalle donne del digiuno fino al professor Parmaliana, dal coraggio di Rita Atria e di Stefania Noce a quello di tutte le donne vittime di violenza”. “Allo Stato dovete chiedere di tenere alto il livello della legalità nel nostro Paese – insiste la Imbergamo –. Oggi più che mai le sfide diventano sempre più imponenti. Questo è un Paese che, nonostante tutto, non ha perso la cultura del diritto e della legalità, ma ha dei momenti di buio, di caduta. E’ un Paese che non riesce ad approvare una legge contro la tortura, che non riesce ad andare fino in fondo in determinate vicende. Ma noi dobbiamo riprendere il cammino e andare avanti!”. Il magistrato conclude quindi con l’auspicio di ritrovare “un’antimafia che abbia un senso nuovo e costruttivo” nel nome di tutte le vittime della violenza politico-mafiosa.



Subito sera*

«Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita». Mentre scrive quelle righe su una pagina del suo diario il battito del suo cuore aumenta. Il senso di solitudine ha raggiunto il suo apice. Insopportabile. Senza alcuna via d'uscita. Rita Atria è sola in via Amelia, in un minuscolo appartamento assegnatole dal Servizio Centrale di Protezione in un quartiere periferico della Capitale. E' domenica 26 luglio, appena una settimana dopo la strage di via d'Amelio. Da quel giorno è come se lei non si fosse mai mossa da lì, dalle macerie di quella strada. In casa c'è silenzio. Il rumore della strada arriva attenuato. Lontano. Rita scrive di avere paura di un Stato mafioso che possa vincere. Di temere per quei poveri illusi che combattono contro i mulini a vento e che saranno uccisi. Si avvicina alla finestra. La spalanca. E' un caldo pomeriggio di un'estate romana. Alza lo sguardo. Rivede se stessa nel momento della decisione più importante della sua vita. Lei, figlia di un boss mafioso di Partanna (TP), che decide di collaborare con la giustizia dopo l’uccisione del padre e del fratello da parte delle cosche mafiose della sua zona. Quel film lo conosce bene. Sullo schermo appare una ragazzina di 17 anni che otto mesi prima aveva deciso di parlare. Una giovane siciliana che aveva scelto di raccontare ai magistrati quello che sapeva sulla mafia del suo paese. E che per questo sarebbe diventata «un'infame», rinnegata perfino da sua madre. Mentre il vento le accarezza il viso ripensa all'abbraccio della cognata, Piera Aiello che per prima aveva iniziato a collaborare con la giustizia e che l'aveva sostenuta nella sua scelta di rompere il silenzio. Ripensa al giorno in cui Piera l'aveva accolta dopo essere diventata una «testimone di giustizia». Risente addosso quel calore umano che aveva ritrovato dopo mesi di disprezzo generale e di totale isolamento. Poi sullo schermo compare il suo giudice, Paolo Borsellino. Lo vede concentrato mentre prende appunti. Sente tutto il suo amore. Percepisce ancora tutta la protezione che emanava nei suoi confronti. Come un padre. Ma il film si interrompe bruscamente. Il frastuono di un'esplosione rimbomba nella sua testa. Il diario è rimasto sul tavolo. Un colpo di vento apre l'ultima pagina. «Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi». Rita si volta e osserva quel foglio sospinto dal vento quasi volesse staccarsi. «Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi ma io senza di te sono morta». Il vento si è calmato. La solitudine ha vinto. Sopra una mensola c'è un libro di poesie appoggiato al muro. Sono i versi di Salvatore Quasimodo. «Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera». Dal settimo piano Rita Atria spicca il suo volo con il cuore gonfio di dolore.




(Bongiovanni-Baldo Aliberti ed.) 



















Associazione Antimafie Rita Atria

L’Associazione Rita Atria nasce a Milazzo – Messina - nell’inverno del 1994 dall’iniziativa di due studentesse Nadia Furnari e Santina  Latella.L’obiettivo era quello di raccogliere le immagini delle stragi del '92 custodite nella nostra mente e trasformale da dolore in azioni. 
Scopi precipui dell'Associazione sono: 
• promuovere la diffusione della cultura della legalità, e di una coscienza antimafiosa e antifascista
• sensibilizzare a queste tematiche tutti i cittadini; 
• promuovere attività e manifestazioni riguardanti queste tematiche
• funzione di osservatorio politico-sociale sul territorio. 

ALCUNE TRA LE BATTAGLIE PIÙ IMPORTANTI 

Nel 1996 l’Associazione si intesta la lotta per la riapertura del caso sull’omicidio di Graziella Campagna avvenuto a Villafranca il 12 dicembre del 1985. Scrive, insieme al Comitato per la Pace ed il Disarmo Unilaterale di Messina il Libro: Graziella Campagna a 17 anni vittima di mafia…
Nel 1997 presenta un dossier sulle violazioni dei diritti umani dei Testimoni al sottosegretario Sinisi. Lo scontro è duro.
Il 26 luglio del 1997 organizza a Partanna il funerale che Rita Atria non ha mai avuto. Questa volta c’erano tutti: Don Luigi Ciotti, Rita Borsellino, Nino Caponnetto, Giancarlo Caselli, Alessandra Camassa, Mario Blunda … persino Giovanna Cannova, la madre di Rita.
Nasce la sezione partannese con Michele Tammuzza.... il presidio si concretizzerà nel 2012 quando ben 12 ragazzi chiedono di fondare un vero e proprio presidio dell'Associazione.
Nell’anno scolastico 1997/1998 segue un progetto alla legalità nella scuola media di Partanna. 
Per l’anniversario di Rita Atria del 1998 oltre alla Messa organizza a Partanna un convegno sull’importanza della testimonianza mettendo in evidenza che uno Stato che manda in esilio i Testimoni è uno Stato perdente.
Gli anni successivi l’Associazione allarga il suo raggio d’azione e, oltre a seguire le evoluzioni del processo Campagna e dei diritti dei Testimoni di Giustizia, entra nel comitato Sandro Marcucci di Pisa…. Ma questa è un’altra storia…
Impegno contro il parco commerciale di Barcellona PG (che vede coinvolto il neo collaboratore di giustizia su trattativa Stato mafia, avv.Rosario Pio cattafi), con conseguenta blocco dello stesso e commissione d'indagine prefettizia su infiltrazioni mafiose.
Nel febbraio 2013 la procura indaga su 17 persone
Impegno contro il MUOS di Niscemi,
Richiesta della riapertura delle indagini sulla morte di Sandro Marcucci (non si esclude il legame alla strage di Ustica)
Febbraio 2013... la procura di Massa riapre le indagini sulla morte di Sandro Marcucci e Silvio Lorenzini (ipotesi: 575 cod. penale - omicidio)


 21 anni la storia dell'Associazione Antimafie Rita Atria sono difficili da sintetizzare dunque si rimanda al sito www.ritaatria.it






























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